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Panificazione in Sicilia, le organizzazioni all’assessore Turano: “Serve una riforma organica”

“Stupiti ed indignati, ma non più sorpresi. Turano ha ormai perso la bussola e naviga a vista”. Cna, Confartigianato,  Casartigiani, Claai e Confesercenti prendono posizione contro l’ennesimo, incomprensibile, atteggiamento dell’Assessore regionale alle Attività Produttive rispetto a scelte che riguardano il destino del mondo economico siciliano. Adesso le cinque Organizzazioni datoriali, in una lettera inviata anche al Presidente della Regione, Nello Musumeci, e al Presidente della competente Commissione Legislativa dell’Ars, manifesta forte  delusione e contrarietà sulle linea tenuta da Turano in merito alla vicenda legata alla panificazione.

“Esprimiamo tutta la nostra delusione e contrarietà   – affermano Tindaro Germanelli, Andrea Di Vincenzo, Maurizio Pucceri, Orazio Platania e Michele Sorbello – in merito all’emanazione del recente decreto Assessoriale, rispetto al quale apprendiamo, basiti, che Turano abbia concertato, solo con alcuni autoreferenziali rappresentanti del settore, pseudo soluzioni che interessano l’intera categoria dei panificatori siciliani. Tutto ciò, e non è la prima volta,  suona come una palese provocazione, in barba ai più elementari criteri di rappresentanza sindacale,  ledendo i diritti delle nostre Associazioni di categoria, firmatarie del contratto collettivo nazionale del lavoro, che rappresentano, legittimamente,  la stragrande maggioranza degli imprenditori siciliani. Sarebbe stato rispettoso, istituzionalmente corretto, utile e conducente che, l’Assessore avvertisse il bisogno di convocare l’intera platea dei rappresentanti della categoria che, certamente, non avrebbero fatto mancare il loro contributo propositivo in merito alle iniziative che aveva in mente di intraprendere”.

“Entrando poi nel merito del decreto – continuano -, riteniamo necessario evidenziare le criticità e le incongruenze rilevate. Le modifiche introdotte  creano ulteriore confusione e per certi versi sono palesemente contraddittorie con lo spirito dell’art. 2 del decreto 30/05/2018, n. 842.  Se da un lato, l’introduzione del comma 2 ter, parrebbe aver dato la possibilità ai Sindaci, per un arco temporale che va dal 16 giugno al 30 settembre, sentite le principali associazioni di categoria, di disporre il divieto domenicale di panificazione, dall’altro verso gli stessi Primi Cittadini dovrebbero contravvenire quanto precedentemente concertato e calendarizzato, su base annuale, in ottemperanza a quanto previsto dal comma 1 e dal comma 2 del suddetto art. 2.  Appare utile sottolineare che, malgrado il disposto dall’art. 2, commi 1 e 2, sia stato considerato dalle Associazioni e dagli operatori del settore, financo lesivo della libertà di impresa ed oggetto di numerose richieste di modifica, da Turano sempre disattese, la quasi totalità di essi ha adottato scelte in linea con quanto previsto dal comma 2, comunicando ai Sindaci territorialmente competenti, il giorno di riposo settimanale liberamente scelto con la conseguenza che i Sindaci hanno redatto il calendario annuale delle giornate di aperture e chiusure , tenendo conto di tali indicazioni, previa concertazione effettuata con i rappresentanti di categoria. Tale metodo è sicuramente il più rispettoso dei diritti dei cittadini consumatori e dei lavoratori del settore. I cittadini sono messi nelle condizioni, su base annuale, di conoscere preventivamente gli orari di apertura e chiusura dei panificatori ed i lavoratori del settore, ivi compresi gli imprenditori, di godere del giorno di riposo settimanale. E’ chiaro che la modifica dell’art. 2 del decreto 30/05/2018, n. 842, effettuata mediante l’introduzione del comma 2 ter, disposta dal decreto 20 luglio 2020, ha alimentato un clima di incertezza e smarrimento non solo per i panificatori ma anche per i Sindaci dei territori di competenza. Incertezza e confusione della categoria, a cui si aggiunge il nostro sgomento, alimentati anche da due articoli di stampa riportando una sorta di contenuto trionfalistico e nel contempo allarmistico.  Vogliamo, inoltre, cogliere l’occasione per ricordare a Turano che, nonostante siano trascorsi abbondantemente oltre due anni dalla data di pubblicazione del decreto assessoriale 842, ancora parti fondamentali dello stesso risultano ad oggi non applicabili e certamente a causa della sua inerzia, i cui effetti risultano i devastanti per il settore della panificazione siciliana con particolare riferimento a tutti quei giovani che, potendo avviare delle Start Up, si sono visti precludere tale opportunità perchè impossibilitati a dotarsi dei requisiti professionali necessari per esercitarla. Ed in alcuni casi, oltre al danno c’è la beffa, grazie al fatto che talune pseudo Associazioni organizzano fantomatici corsi abilitativi alla professione di panificatore. Malgrado qualsiasi umano sforzo, non comprendiamo come possa succedere tutto quanto rilevato nel silenzio più assordante.  Alla luce di quanto  esposto,  al fine di adottare non più procrastinabili provvedimenti che siano confacenti alle reali esigenze della categoria dei panificatori, ma anche per  concertare urgentemente la predisposizione dei programmi destinati allo svolgimento dei corsi di qualificazione e con la conseguente necessità di individuare  gli enti formativi  preposti ed autorizzati, chiediamo – concludono CNA, Confartigianato, Casartigiani, Claai e Confesercenti – un urgente incontro. In assenza di risposte avvieremo plateali ed incisive forme di protesta”.

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